Le piacevoli fragranze aromatiche dei nostri vini narrano la bellezza di un paradiso naturale, il cuore dei Colli di Taormina e Castelmola, dove tra i filari di uva che ricamano i declivi, i tipici terrazzamenti e i riflessi argillosi del terreno, dominano silenziosi sulla vista della maestosa Etna.
Già con il nome “Myle” , che trae origine dall’antico nome greco di Castelmola, posizionata sui Colli di Taormina, abbiamo voluto rafforzare il legame con il territorio.
E proprio dai nostri terreni sui Colli di Taormina e Castelmola, provengono le uve autoctone, dove da sempre questi vitigni trovano condizioni pedo-climatiche particolarmente favorevoli.
Infatti, il clima è caratterizzato da temperature assai miti, grazie alla vicinanza della vallata dell’Alcantara, nonché all’influenza dell’Etna, presente in bella vista con tutta la sua maestosità.
Ne risulta un ambiente tardivo grazie all’esposizione ed all’altimetria dei 700 mt, che favoriscono forti escursioni termiche.
L’abbinamento fra terreno, clima e sapienza contadina hanno permesso di ottenere dei vini dalle spiccate qualità.
I vigneti ubicati, su terrazzamenti con muretti a pietra, in zone collinari, ventilate e ben esposte a mezzodì conferiscono personalità uniche ai nostri vini.
Tra i colli di Taormina e Castelmola, fin già dall’epoca della Magna Grecia e della civilizzazione ellenica dell’isola, si tramanda il culto della vite.
Infatti, proprio il Il Nerello Mascalese è un vitigno a bacca rossa autoctono della Sicilia, specificatamente della parte orientale dell'isola, le cui origini possono essere fatte risalire alla colonizzazione greca del VII secolo avanti Cristo, quando questo popolo iniziò ad occupare proprio le coste del Messinese e quelle calabre per poi insediarsi in tutto il Meridione. Il primo insediamento risale alla fondazione di Naxos nel 734, di Zancle nel 730 e di Catania nel 728. Qui i Greci importarono, fra le popolazioni locali, le talee provenienti dalla madrepatria e il culto di Dioniso dedicato proprio al vino, ed è proprio in questo contesto storico e in queste tre città che si può risalire all'origine del Nerello Mascalese, in cui successivamente le città di Mascali e Messina svolsero un ruolo fondamentale. Nonostante la mancanza di fonti storiche certe vista l'epoca, c'è comunque la sicurezza che il Nerello Mascalese sia da far risalire alla fondazione di Naxos, da dove poi si diffuse nel catanese e nel messinese, lasciando la zona del litorale per espandersi anche all'interno fino alle pendici dell'Etna. Appartiene a questa area infatti la vinificazione dei famosi mamertini che emozioneranno dapprima i Dionigi di Siracusa per poi diffondersi in tutta la costa orientale e divenire un vino ricercatissimo e costoso con l'arrivo dei Romani. La capitale che trasformò il vino in uno dei commerci più floridi utilizzò i marmetini per festeggiare le baccanali, mentre Cesare scelse fiumi di costosi e ricercati Tauromenitanum e Mamertinum per celebrare le sue vittori galliche. Alla caduta dell'Impero Romano la coltivazione della vite e la produzione del vino conobbero fasi alterne tra le dominazioni arabe, normanne e borboniche, fino ai giorni nostri e all'introduzione delle denominazioni di origine che hanno riportato definitivamente questi vini tra quelli di livello internazionale.